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giovedì 28 dicembre 2023

Cinema Massimo


al Massimo ci sono andato massimo un paio di volte. Negli anni 70/80 era un cinema di seconda visione e quando partivi da Cavagnolo per andare al cinema a Torino andavi per vedere un film in prima visione, quando spostarono il museo del cinema alla Mole al Massimo iniziò una programmazione legata al museo con rassegne tematiche e festival come Cinema Giovani.
Ed è proprio per il Cinema Giovani che ci sono andato, ero presente quando proiettarono il mio "Pornozilla" il 10 Novembre dell' 89 per vedere l'effetto che faceva.... e devo dire che gli spettatori erano divertiti e sembrava che avessero apprezzato. Ero con Riccardo (e forse Pitu) e dopo Pornozilla ci siamo fermati a vedere l'anteprima di "Le Ragazze della Terra sono Facili".

Per la precisione oltre a "Pornozilla" avevo presentato altri due corti dal titolo "Saluti da..." e "Waterfront Women" tutti e tre nella sezione Spazio Aperto. La mia attività di videomaker, appena iniziata, era già finita. Non ho più prodotto altro. Per il bene dell'umanità forse è meglio così.  
Comunque è stato bellissimo.


Film divertente, dai colori sfavillanti... non l'ho più rivisto e non ricordo molto, ci sono tre alieni colorati e pelosi che finiscono nella piscina di una pettinatrice.

Soggiorno estivo a Planaval

Estati del 1967 e 1968

Per ben due anni consecutivi mia madre pensò bene che, anche se stare in collegio non mi garbava molto,
avrei trascorso felici vacanze nella colonia estiva del collegio, per fortuna che dopo due anni dal collegio mi hanno cacciato.
Tale colonia si trovava a Planaval, in val Grisange, una delle valli più sfigate della val d'Aosta.
Eravamo una ventina di sfortunati ragazzini in balia dei preti salesiani e i volontari dell'azione cattolica, devo dire che per sopperire al nulla che offriva il piccolo borgo di Planaval si organizzavano escursioni, partite di calcio, e giochi vari ed alla fine non era poi così male


Il bar all'entrata del piccolo borgo era l'unica attività commerciale del posto, ma i preti non ci lasciavano andare perchè luogo di perdizione....


Partitella di pallone in un prato vicino al fiume, quello con la radio al collo (forse si chiamava Vercellotti) e il tipo in blu seduto (mi pare Tappero) erano una specie di sorveglianti, appartenenti a qualche organismo tipo boys scout o cose simili a sfondo religioso. I due ragazzini con maglietta a righe erano figli di una coppia di romani che si erano comprati una casetta in valle, ci seguivano ovunque ed erano sempre molto felici e contenti, beati loro.
Il biondino sorridente in piedi dietro di me si chiama Ferrero (Luigi?) ed era di Caselle, lo rividi alla visita militare a Torino, a destra in piedi mi pare si tratti di un tipo di Chivasso che si chiamava Benedusi e che ogni volta che si usciva per la passeggiata lui scappava e tornava a casa a Chivasso, il giorno dopo la madre lo portava indietro. Quello alla mia destra era uno dei 3 o 4 miei amichetti con cui si faceva combriccola, si chiamava Bruno Arisio e non ricordo da dove arrivava. Degli altri non ricordo nulla se non le loro facce.



Escursione e camminata in quota a raccogliere rododendri
Quello seduto a destra con maglietta chiara è il Walter Audino di Marcorengo, anche lui prigioniero dei salesiani


Ecco come si presenta nel 2018 la casa che ci ospitava, quasi irriconoscibile, prima il cortile non era cementato e mi pare che fosse anche più basso, non c'erano i gradini ma una scala di legno che saliva nella porta in alto a lato dove c'era la camerata, niente giardinetto e autobloccanti  e l'aspetto era più trasandato e rustico.