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Sono ancora vivo.... e questo mi basta.

sabato 28 gennaio 2012

Cure


Nel 1984 i Cure già non erano più tra i miei gruppi preferiti, dopo "Pornography" (che già non mi piace molto) Robert Smith aveva iniziato ad ingrassare ed i Cure a squazzare in quel "dark pop" da FM che hanno continuato a sbrodolare fino ai giorni nostri. Comunque non seppi resistere alla tentazione di andare a vedere dal vivo la band che solo un paio di anni prima adoravo, anche se dovevo andare fino a Milano e per me, credetemi, era un grosso sforzo. Mi consolava il fatto che non era proprio Milano città, ma Lampugnano, alle porte di Milano, uscendo dall' autostrada abbastanza comodo da raggiungere.
Diciamo che ho fatto bene ad andarci, anche se non sono stato particolarmente rapito ed ho seguito tutto il concerto un po' in disparte con l' atteggiamento critico spietato e pronto a stroncare l'ex beniamino che aveva tradito le mie aspettative. Verso metà concerto mi ha assalito anche un po' di noia, ma devo dire che quando partirono le note di "A forest" l' emozione è stata tanta, quasi quasi da lacrimuccia....
Ci furono ben tre Bis con "10:15 Saturday night", "Three Immaginary Boys" e poi..... per finire.... una delle mie preferite "Killing an arab", altra lacrimuccia.....
Felice e contento di averli finalmente visti dal vivo..... li ho poi cancellati definitivamente dai miei interessi. Per me i Cure hanno fatto tre dischi "Three Immaginary Boys" (quello del frigo), "Seventeen Seconds" e "Faith".

venerdì 27 gennaio 2012

Il Flipper

Il Flipper, assieme a Juke-Box e Calciobalilla, era uno degli ingredienti fondamentali del classico "Bar anni 70", era una macchinetta infernale con cui si combattevano estenuanti corpo a corpo nel tentativo di mantenere la pallina in gioco, il suo classico "Cli-clik, bzzz, sdeng, pling-pling, tatrack, clik, plipling, sssh, tick, tatrack, plipipling-tch-tch-pipling-dleng" era la colonna sonora di molte serate passate al bar o di noiosi pomeriggi domenicali con la radio a tutto volume per riuscire a sentire le partite.
La cosa più temuta era il "Tilt" ed era anche la cosa che ti faceva più incazzare, in questi casi era buona abitudine sferrare un calcione all' ingrato marchingenio.
Come il Calciobalilla anche il Flipper era un quasi totale monopolio maschile, raramente qualche ragazza si cimentava in questo strano sport.... è anche vero che le ragazze non frequentavano molto il bar, ci venivano il sabato sera col fidanzato, magari la domenica pomeriggio con le amiche a prendere un gelatino e posso anche capirle.... a calciobalilla non le lasciavano giocare, il flipper era tabù.... che cazzo ci venivano a fare al bar?

Questo modello di flipper l' ho avuto per qualche anno in casa, gli avevo fatto qualche modifica e raggiungevo punteggi stratosferici.........
Se avete un libidinoso interesse per il flipper vi consiglio questo sito: http://www.ipdb.org/search.pl

mercoledì 25 gennaio 2012

Mefi Ensamble

MEFI ENSAMBLE - The Final Sound                        
1974 - Cassette Tapes MX 01 - Tiratura limitata 1 copia

MEFI - Vocals, Giutar, Piano Giutar, Percussion, Olivetti 32, Radio FM Sequencer, Tapes
JOE BELLETTO - Guitar, Harmonica, Percussion
FRANKY KAPPELYN - Guitar, Fiammiferi Saffa, Smoke, Percussion
URBANFRANK - Vocals, Percussion

Nei primi anni 70 l' aria era talmente satura di spirito innovativo e la voglia di sperimentazione era talmente alta che arrivò persino nella sperduta provincia torinese. Colti da un improvviso estro creativo ma assolutamente privi di mezzi, assaliti da un perentorio bisogno di esprimersi artisticamente ma quasi musicalmente "analfabeti", ci si riuniva ogni tanto con pochi e miseri strumenti e, senza alcuna idea su cosa fare, si provava ad improvvisare, si registrava la "session" e la si riascoltava cercando di "salvare" qualche passaggio in mezzo al mare di stronzate, eravamo sempre i soliti quattro o cinque disperati che un po' sul serio (ma poco) e un po' per cazzeggio (ma tanto) tentavano di cambiare la storia della musica. Questa consuetudine prese il via durante una vacanza in montagna, a Periasc vicino a Champoluc, li c'è un monte che si chiama Zerbion, e non sapendo come chiamare le nostre "suite" musical/rumoristiche gli appioppammo il nome di "Zerbion" che suonava anche bene...... Zerbion 1, Zerbion 2 etc... tutti questi Zerbion sono purtroppo (o per fortuna) andati perduti.
Da allora ogni tanto ci veniva il ghiribizzo..... "Dai... facciamo uno Zerbion!!!"
Questo andazzo andò avanti fino verso il 1976 poi ci siamo resi conto che era meglio che perdessimo il nostro tempo in altre più redditizie maniere. Di tutte quelle inconcludenti e lunghissime registrazioni avevo cercato di concentrarne alcune in un prodotto finito e così è nato "Final Sound" ad opera di un fantomatico "Mefi Ensamble", la cassetta non è mai stata distribuita (per vergogna) ne fatta ascoltare a nessuno, neanche ai parenti.......


La strumentazione era molto povera e comprendeva una chitarra Galanti, la mitica chitarra Vox dai mille suoni, un paio di chitarre di legno, un vasto assortimento di percussioni fatto di pentolini, lattine, taniche di benzina, campanelli e altra chincaglieria e, dulcis in fundo, una radio che su certe frequenze in FM emetteva degli strani sibili e "noise".
- "Phantom (l' uomo mascherato)" (2' 40") Il titolo rende omaggio al personaggio dei fumetti per il quale avevo un debole da bambino. Su di uno sfondo di noise provocato dalla strana radio duettano due chitarre, si sente chiaramente che avevamo appena sentito "The Great Deceiver" dei King Crimson.
- "Letter to John Wayne" (1' 18")  è una stupidaggine in cui si sentono i rumori di uno che si accende una sigaretta ed inizia poi a scrivere a macchina, sul ticchettio della macchina da scrivere un armonica a bocca suona "My Darling Clementine"
- "Golda Meyer best hit" (2' 58") è il pezzo più elaborato con ben una sovraincisione, infatti su di una base ossessiva di chitarra venivano sovrapposti un ridicolo assolo, alcune percussioni e vari lamenti. Deve il suo titolo ad un' atmosfera vagamente orientale.
- "No sensate words" (2' 52") è la cosa più idiota e devo dire che qui ho fatto tutto da solo, accompagnandomi con la chitarra di legno blatero frasi senza senso e disastrosi gorgheggi.
- "Cacofonic Radio show with piano giutar" (2' 45") Percuotendo le corde della chitarra in quei 4 o 5 centimetri che vanno dal ponticello all' aggancio delle corde si ottiene un suono simile al pianoforte.... ed ecco la "piano giutar", il cacofonic radio show sono i soliti rumoracci della radio, questa volta arricchiti da velocissimi cambi di banda dove si coglie qualche istante di varie trasmissioni radiofoniche.
- "Christopher Lee meet Dracula" (3' 13") Ondate di noise e glissati di chitarra (fatti con un cacciavite), qualche lamento e qualche urlo.
- "Negro prisoner at work in Alkatraz" (4' 08") Caotico sfrerragliare di percussioni su cui si inserisce una lamentosa nenia.
- "Kennedy" (5' 24") Era uno dei miei progetti più ambiziosi ma non mi riuscì molto, noise radiofonico, voci dal telegiornale che parlano dell' assassinio di Kennedy, rumori e percussioni..... ma il risultato finale non mi soddisfa.... insomma volevo fare tutta un altra cosa..... boh! non so neanch'io cosa volessi fare... è uscita na porcheria.....
- "Red face" (1' 15") il magnifico tremolo della Vox disturbato da percussioni impazzite
- "Minuetto" (1' 12") una delicata pausa di armoniosi arpeggi chitarristici
- "Rigor Mortis" (1' 30") Scatarramenti vocali, ansimi da moribondo conditi con effetti di chitarra
- "Stoned dead song of Zulù" (2' 31") Col titolo ho cercato di giustificare alcune orrende stonature del vocalist in questa macabra danza di morte al suono di sole percussioni.
- "Magnetic Rain" (2' 06") è semplicemente il rumore che faceva la mia piastra di regitrazione andando avanti veloce e lasciando la testina sul nastro.
- "Accelerate Tapes" (1' 41") il titolo dice già tutto.... nastri accelerati ad intermittenza.

Di questa cassetta ne esiste una sola copia ora nelle mani dell' amico Erik Ursich che gentilmente me l'ha trasferita su CD, Erik è anche l'unico essere umano ad averla sentita..... e, per fortuna, è sopravvissuto!

Oggi, grazie alla moderna tecnologia e ad un amico che ha provveduto a metterla in rete, se proprio volete farvi del male potete ascoltare questa cassetta qui : http://venuspluson.blogspot.it/search?q=mefi+ensamble


Sul tavolino davanti a me si possono ammirare alcune delle assortite percussioni
mentre Bruno imbraccia la sua Galanti rossa.


Eccomi con la mitica Vox.... una chitarra extraterrestre!


Ed ecco l'ampli Toshiba con Radio che produceva sibili, noise e suoni spaziali



venerdì 20 gennaio 2012

Gita in Svizzera


Gita scolastica a Ginevra. A vedere cosa? Non ho mai capito perchè l'istituto per geometri Guarino Guarini, durante il primo anno, ci portò in gita a Ginevra e non ho capito perchè arrivati a destinazione ci hanno semplicemente detto "Bene, siamo a Ginevra..... fatevi un giro, ci vediamo qui alle 18". Boh!!!!
Ci siamo divisi in gruppetti ed abbiamo cominciato a vagare per la città cercando più che altro di rimorchiare qualche ragazza, da alcuni giorni in classe si era sparsa la voce che in Svizzera le ragazze fossero molto più "disinvolte" che da noi in Italia, ci eravamo fatti l'idea che a Ginevra la davano via molto volentieri, soprattutto agli italiani..... ma purtroppo non abbiamo trovato conferma a questa allettante teoria. Per tutto il giorno abbiamo sfoderato sorrisi smaglianti, battutine ammiccanti, sguardi vogliosi.... ci abbiamo provato al bar, per strada, al parco.... nulla, qualcuna di queste ragazze "più disinvolte" ci degnò di uno sgardo e un timido sorriso, la maggior parte se ne andava scocciata e qualcuna ci mandò..... dove ben sapete!!!
Forse eravamo noi a non essere proprio dei playboy.... eppure nel mio gruppo c'era "il più sveglio della classe" che (a suo dire) caricava alla grande.....
Solo uno riuscì nell' impresa, appena scesi dal pullman si avvicina ad una ragazza, gli dice due paroline e se ne vanno a braccetto..... anche se lui non ha mai voluto rivelare cosa avesse combinato, circolava la voce che fosse una sua parente residente a Ginevra con cui si era messo d' accordo.

Rockets


In mancanza di cose più serie si andava anche a vedere questi "fenomeni da circo" tutti "cromati" dalla testa ai piedi, nei loro scintillanti costumi fantascientifici, in mezzo a fumi e luci, proponevano il loro mediocre rockettino futurista.
Il Venerdì 2 Dicembre del 1977 questi Rockets in Italia ancora non li conosceva nessuno, infatti quella sera, allo Sporting Club di Santhià, non c'erano più di un 200 persone (in una discoteca che poteva contenerne almeno un 1.500). Devo comunque dire che la loro esibizione mi sorprese piacevolmente, erano divertenti e a loro modo abbastanza innovativi. La reazione del pubblico comunque non fu molto calda, in pochi sembravano veramente interessati a quello che accadeva sul palco, gli altri consideravano il concerto una noiosa interruzione delle danze e se ne stavano spaparazzati sui divani a farsi gli affari loro.
Poco dopo, con "On the road again" i Rockets raggiungono il successo commerciale e quando si ripropongono, sempre allo Sporting Club il 18 Settembre del 1978, sono il gruppo del momento.
L' esibizione non è molto diversa da quella vista in precedenza, ma questa volta l' accoglienza è molto più calda, la sala è stracolma, una bolgia, sembra che tutti li aspettassero come dei novelli messia, la gente inizia ad impilare tavoli e divani creando delle vere e proprie "gradinate" alte fino a tre metri su cui sistemarsi per vedere meglio, era surreale aggirarsi tra quelle improvvisate strutture di cui i proprietari della sala non credo fossero molto contenti. Finito il concerto ci si rende conto che gran parte dell' arredamento della discoteca è semidistrutto, un vero macello...... tutto sottosopra.....

Non ho mai considerato i Rockets come un vero gruppo rock e non ho mai comprato un loro disco ma confesso che le due volte che li ho visti mi sono divertito......

giovedì 19 gennaio 2012

Willard e i topi


Visto nel 1972 a Cavagnolo.
Curioso film che mi colpì moltissimo, un horror inconsueto senza mostri o demoni, era uno dei primi film che vedevo che coniugava l' orrore al malessere generazionale.
Purtroppo non sono mai riuscito a rivederlo e quindi ne ho un ricordo molto vago.

sabato 14 gennaio 2012

Sick Rose Memorabilia

Il Programma dello STIP di Amsterdam dell' Agosto 1986
Il 30 60's Nite con Sick Rose e Green Telescope (notare l'invesione di nazionalità)
Manifesto all' incirca 60x80 disegnato da Diego Ceresa

Manifesto grande (circa 70x100) della serata al Fabrik il 29 Agosto 1986


Il fumetto disegnato da Diego Ceresa ed inserito nel primo LP

Volantino della serata del 20 Febbraio 1987 al Fabrik con i Fuzztones


venerdì 13 gennaio 2012

Sick Rose - German Tour 87 Fotobook


Il mitico Bedford arancione con cui ho portato a spasso i Sick Rose per circa 10.000 Km.
Alla giuda c'è Dante perchè io stavo riprendendo con la telecamera, vicino a lui si riconosce Maurizio

Posteggiati proprio davanti al tempio europeo del rock: il Fabrick di Amburgo,  per scaricare gli strumenti.
All, interno del Fabrik In attesa del soundchek
Luca e Julia
Cristina fa capolino dal Backstage
Nel Backstage subito dopo l' esibizione
Dante e Rinaldo a riposo
Rinaldo, con un paralume in testa, si esibisce nella sua famosa imitazione dell' uomo col fez che vende i cammelli a metà prez
Maurizio appena sveglio
The Amazing Mefi
Federico
All' uscita da un autogrill di ritorno da Berlino diretti a Bochkum
Maurizio e Diego
A Bochkum
Rinaldo e Maurizio impegnati nello shopping 
Diego, Cristina e Dante durante lo shopping
Cristina nel Backstage
Cristina che vuol farsi notare e Federico
Dante seminudo
Diego e Luca
Con questo cappello da cowboy Diego fa un figurone
Diego si "fona" i capelli 
Federico
Luca soddisfatto appena uscito dalla toilette
Il mitico caschetto di Luca
Luca Legge
Rinaldo Serio
Un fan

giovedì 12 gennaio 2012

La prima sbronza

Molto, molto tempo fa, quando avevo appena 4 (forse 5) anni, a casa mia, ogni 2/3 mesi, arrivava un furgoncino che portava i rifornimenti vinicoli per il bar, solitamente si scaricavano una decina di damigiane che venivano portate direttamente in cantina..... ma quel giorno, un assolato pomeriggio in cui io e mio cugino Mario stavamo giocando in cortile, quelle damigiane vengono sistemate nel corridoio della scala, tutte belle in fila.


Io e mio cugino avevamo interrotto i nostri giochi per assistere alle operazioni di scarico e con grande interesse guardavamo mio padre e mio nonno che con uno strumento come questo
estrassero da una delle damigiane un po' di vino per assaggiarlo, lo gustavano con piena soddisfazione
"A le propi bun" (E' proprio buono), "An vin parei al fa resusità i mort" (un vino così fa resuscitare i morti), incuriositi da cotali elogi decidiamo che anche noi dovevamo assaggiare quella bontà.
Appena tutti gli adulti se ne erano andati ci siamo avvicinati alla prima damigiana, l' abbiamo stappata e con cannuccia abbiamo iniziato a succhiare il prelibato nettare, quando la cannuccia non pescava più ci siamo spostati alla seconda e così via, dopo quattro o cinque damigiane iniziavamo ad essere un po' strani ma ancora lucidi da pensare di conservare un po' di miracoloso liquido da consumare un altro giorno.
Così ci siamo procurati alcune bottigliette vuote di Coca Cola e le abbiamo riempite succhiando con la cannuccia, senza deglutire, e travasando nelle bottiglie vuote, ne abbiamo riempite tre o quattro e poi siamo andati in cerca di un posto sicuro dove nasconderle........ 
Intanto mamma e papà non ci vedevano più in cortile ed iniziavano a preoccuparsi, dove sono finiti i bambini? Ci cercano per tutta la casa, ci chiamano ad alta voce sempre più disperati, vanno a vedere dai vicini, fuori sulla strada.... niente.
Ormai in preda alla disperazione più profonda mia mamma sente degli strani vagiti provenienti da un armadio, si avvicina e lo apre..... eravamo li, con le nostre bottiglie di Coca Cola strette in mano e un sorriso ebete stampato in viso, che ci godevamo beati la nostra prima colossale sbronza.

mercoledì 11 gennaio 2012

Nonni


Questa foto ha sempre esercitato su di me un particolare fascino, mi piace la posa delle due ragazze, con i fiori in braccio, il sorriso malinconico, l'intreccio delle mani...... trasmette una specie di "serena inquietudine".
Quella sulla destra è mia nonna materna Nebbia Caterina che non ho mai conosciuto perchè morì nel 1944 a soli 42 anni per una, oggi banale, appendicite.
Classica posa familiare che ritrae la nonna Caterina con le due sorelle e l'anziana madre Laurella Amalia

Mio nonno Bazzolo Filippo di fronte alla sua casa colonica nel periodo trascorso in Argentina

Foto ricordo di gruppo di emigranti italiani in Argentina, il primo a destra della fila in alto (con le braccia conserte) è mio nonno Filippo.





La famiglia Bazzolo riunita davanti alla loro casa in quel di Verrua Savoia (fraz. Casetto) nei primi anni quaranta, la ragazzina più grande al centro diventerà la mia mamma.

Altra bellissima foto della famiglia Bazzolo al completo che vede già la presenza del mio futuro padre, all' epoca fidanzato "in casa", e di alcuni vicini.
Mamma e papà sono la seconda e il terzo da destra.