Nelle famiglie piemontesi l' agnolotto era il piatto che si portava in tavola alla domenica, a pranzo, con tutta la famiglia riunita e non mancava mai nei pranzi importanti.
Al "Bar Ristorante Albergo Dell' Angelo" l' agnolotto fatto in casa era una delle specialità più richieste.
La nonna Albina, il nonno Mario e la mia mamma alle prese con gli agnolotti nella delicata fase di "separazione" prima di buttarli nell' acqua bollente |
La preparazione degli agnolotti era un vero e proprio rito, una procedura codificata che coinvolgeva tutta la famiglia con i suoi tempi e i suoi strumenti.
Io mi aggiravo attorno al tavolo e volevo essere coinvolto, per farmi contento mi facevano "distribuire" il ripieno sul foglio di pasta steso sullo stampo, poi la mamma ci metteva un altro foglio di pasta sopra, si girava lo stampo..... e voilà, una dozzina era belle che pronta.
Dopo un po' venivo allontanato da questa operazione perchè rallentavo il "rito" e gli agnolotti uscivano piuttosto irregolari.... alcuni troppo pieni ed altri striminziti, allora mi veniva data un po' di pasta in un angolino del tavolo..... e "su da bravo.... gioca lì e non rompere!"
L' Agnolotto prodotto nella cucina dell' "Albergo Dell' Angelo"
era ripieno di arrosto di coniglio e spinaci e veniva servito al ragù di carne di manzo
con abbondante spolverata di grana padano grattugiato.
Un significativo passo verso la felicità!
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