Questa è la piazza di Cavagnolo dove, negli anni 60, ho trascorso la mia infanzia giocando a pallone, tutti i santi giorni, dopopranzo fino all' ora di cena, d'estate si giocava anche al mattino e nel dopocena fino a notte. L' assegnazione dei ruoli avveniva secondo il metodo adottato (credo) in tutto il mondo.... i più forti all' attacco, gli scarponi in difesa e quelli proprio negati in porta. Io giocavo terzino e raramente mi lasciavano superare la metà campo, in tutta la mia carriera non ho mai segnato un gol.... e pensandoci ora credo mi facessero giocare solo perchè ero quello che portava il pallone (quello di cuoio, da veri calciatori, avevo una zia che faceva la custode allo "stadio" di Chivasso e ogni tanto mi regalava qualche pallone usato). Quando pioveva o non si raggiungeva il numero per fare una partita si giocava a figurine (dei calciatori ovviamente) .... insomma il calcio era il centro delle nostre esistenze.
Infatti il mio primo sogno è stato quello di diventare un calciatore, prima del musicista e dell' attore volevo essere un centravanti, poi quando ho capito che non ero proprio un fenomeno allora ho ripiegato sul portiere. Sognavo di giocare nell' Inter perchè l' Inter in quegli anni era la squadra che vinceva tutto, SartiBurgnichFacchettiTagninGuarneriPicchiJairMazzolaMilaniSuarezCorso, la prima formazione imparata a memoria sull' album figurine Panini, (c'hai delle figu.... io c'ho Facchetti... c'hai sempre solo Facchetti.... ha fatto 5 album solo con Facchetti)*. Con gli altri ragazzini della piazza (anche loro immagino volessero diventare calciatori) ci creammo la nostra squadra, la mamma di uno di loro ci comprò le maglie, rosse con una banda trasversale gialla, e la battezzammo "Real Saetta", tutte le domeniche, nel campo di Santa Fede, si giocava (sempre e solo) contro il Brusasco, per anni fù un eterno derby. Le partite iniziavano verso le 3 del pomeriggio e finivano quando eravamo stanchi, non c'era nessun arbitro e si terminava sempre con risultati del tipo 15 a 12, ogni tanto perdavamo il conto dei gol e allora si adottava la procedura del.... chi fa questo vince. Tutto questo nel periodo delle scuole elementari.... poi venni bruscamente sradicato dalla mia piazza e mandato in collegio, furono due anni terribili, ma anche li si giocava a pallone tutti i giorni...
Una buona parte dei ragazzi del Real Saetta andarono poi a giocare nella Montuese, io compreso, facevamo il campionato di terza categoria, le prime due uscite furono disastrose, la prima giornata a Gassino perdemmo 10 - 0, ma eravamo riusciti a tirare in porta almeno due volte, la seconda giornata in trasferta ad Alpignano, perdemmo 16 - 0, senza riuscire a superare la metà campo, gli avversari erano fisicamente tutti il doppio di noi e dopo un primo tempo finito 12 - 0 ci diedero il loro portiere, altrimenti non so quanti ne avremmo presi.... anche quelli di noi che consideravamo "forti" non riuscirono a toccare la palla, così decisi che era giunto il momento di appendere gli scarpini al chiodo. Forse il calcio non era la mia strada.....
SartiBurgnichFacchettiTagninGuarneriPicchiJairMazzolaMilaniSuarezCorso
* Dal dialogo iniziale su "Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu" di Elio e le Storie Tese
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