La cosa migliore è l'idea che, purtroppo per gli autori, non è nuova, vedi "Un giorno senza messicani" di Alfonso Arau (2004). Per il resto si tratta di un film comico che non fa ridere.
E poi non ho mica capito bene se la "morale" sia che non possiamo fare a meno degli extracomunitari e dobbiamo imparare ad accettarli, integrarli ed anche ad amarli o piuttosto ci voglia dire che, con un po' di sacrifici e rimboccandoci le maniche, possiamo benissimo farne a meno.
A parte le macchiette di "contorno" la storia ruota attorno a tre personaggi, Mastandrea che si aggira per il film completamente disinteressato a ciò che sta accadendo, l' unico suo problema è la madre malata di Alzheimer per la quale trova subito il modo di sostituirne la badante sparita, l' unico suo cruccio è che la sua ex fidanzata aspetta un figlio da un negro, lei (la fidanzata) fa la maestra e quando il negro gli propone di sposarla fugge visibilmente turbata e, sparito il negro, non ci pensa due volte a tornare con Mastandrea (che dice "In fondo... I figli sono di chi li cresce" e vissero felici e contenti senza il negro). Abatantuono è un industrialotto che da una TV privata inveisce contro gli immigrati, ma ha domestici, operai e succhiapopparuolo di importazione, anche lui si adatta e lo vediamo alle prese con il bucato e sua moglie torna a stirare, alla fine, anche se tutti partecipano ad una specie di veglia per farli tornare, è l' unico che parte per l' Africa (in camioncino!!!) ma solo perchè gli manca tanto la sua succhiatrice (la moglie ne ha sempre una e non vuole mai "andare in giostra").
Per me è come minimo molto, ma moooolto ambiguo...... o magari non ho capito un cazzo!
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