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venerdì 22 luglio 2011

Quarantotto al cubo

Quando ho realizzato che non sarei diventato un calciatore per evidenti limiti nel gioco del calcio, allora ho spostato i miei sogni sul musicista, ma non un musicista qualsiasi, una rock star!
Il primo passo per arrivare allo scopo era formare un complesso, così una domenica mattina io, mio cugino ed un altro ragazzino di Cavagnolo di nome Claudio, come se fosse la cosa più normale, anzi quasi inevitabile, decidiamo di fare un complesso, dopo una breve consultazione ci distribuiamo i compiti, io avrei dovuto essere il bassista, mio cugino il batterista e Claudio il chitarrista, naturalmente nessuno di noi sapeva suonare, ne aveva mai visto uno strumento, quindi la prima cosa da fare era comprare gli strumenti, poi come per magia avendo lo strumento avremmo sicuramente imparato a suonarlo..... nella nostra completa ignoranza era logico, compravi una chitarra e dopo una settimana eri Eric Clapton. Il primo strumento che compriamo è una batteria di seconda mano, da Pugliese di Chivasso (negozio che non esiste più), Lire 80.000, la montiamo a casa mia nel magazzino, Io compro un basso da un mio compagno di scuola, Lire 10.000 senza custodia e Claudio si compra una chitarra rossa nuova Lire non ce lo ha mai detto.

Accovacciato c'è mio cugino Maio Maio col basso Meazzi da lire 10.000, Io sono alla chitarra di legno, poi c'è il Cappellino alla chitarra elettrica, il Pippi alla batteria e il Maurizio Mussato alla chitarra, gruppo che non aveva un nome e che durò il tempo della serata in cui fu scattata la foto.
Il posto è una stanza sopra al cinema di Brusasco.



A questo punto, visto che da soli non imparavamo niente se non suoni disarticolati (chiamarli suoni è presuntuoso.... immaginate quale suono possa produrre uno strumento elettrico senza amplificatore in mano ad uno che non sa neanche da che parte girarlo) decidiamo che serviva qualcuno che ci impartisse qualche lezione, l' unica persona che conoscevamo che sapeva suonare era Bruno, chitarrista.... allora ci siam detti impariamo tutti a suonare la chitarra che poi di li.... il resto viene automatico. Le lezioni si svolgevano in questo modo: io vedevo Bruno tutti i giorni sul treno (eravamo studenti pendolari) e qui lui mi disegnava su di un foglio gli accordi, io passavo gli appunti agli altri ed ognuno per conto suo imparava le posizioni, non era poi così difficile fare un accordo, il problema era passare ad un altro accordo senza andare fuori tempo.... comunque nel giro di un mesetto io e mio cugino eravamo in grado di suonare "La Canzone del Sole" di Battisti (un classico per iniziare, anche perchè molto semplice), Claudio invece era veramente negato, forse aveva le dita troppo grosse, ma non riusciva proprio a premere le corde una per volta senza toccare le altre, un disastro.... e così abbandonò. Mio cugino al contrario faceva progressi da gigante e sembrava veramente portato per la musica, passò al basso e divenne un eccellente musicista. Io strimpellavo con fatica, alcune cose mi venivano benino... ma non avevo orecchio, nei passaggi più complicati mi perdevo e così continuai a strimpellare per conto mio. La batteria restò li, nel mio magazzino, per un po', ogni tanto mi sedevo dietro ai tamburi e cercavo di fare un qualcosa che assomigliasse ad un ritmo, ma era inutile, allora facevo degli assoli.... qualcosa che sembrava uno che cade dalle scale.
In me e mio cugino l' idea del complesso però non muore, conosciamo altri ragazzi di Brusasco che suonano, Franco e Genio (lo chiamavamo Genio non perchè era un genio ma perchè si chiamava Eugenio) ambedue chitarristi, ci serviva un batterista e qualcuno ci suggerisce di andare alla Fontanina e di chiedere di un certo "Cacio", così facciamo e troviamo il nostro batterista - e qui mi devo fermare un attimo perchè Claudio, conosciuto da tutti come "Cacio", purtroppo non è più tra noi.... ed il cuore mi si stringe e a fatica riesco a trattenere le lacrime, per me è stato un grande amico, c'erano delle sere che bastava che ci guardassimo e scoppiavamo tutti e due a ridere.... senza un motivo.... senza dire nulla... forse eravamo semplicemente felici di esistere e di essere li, insieme in quel momento -
A noi si unisce anche Bruno, il nostro insegnate di "accordi", che porta anche il suo amico Albino alle tastiere, coinvolgo anche un altro Franco (mio compagno di teatro) per cantare alcuni pezzi di Battisti e siamo al completo.... diventeremo, per una sera soltanto, i "Quarantotto al cubo" per suonare indovinate dove.... alla festa patronale di Brusasco del 1972 o 73 (come gli Skarab un po' di anni dopo).
Per le prove ci viene concessa una stanza in un enorme collegio abbandonato, abbiamo un repertorio assai confuso e strano, passiamo da "Smoke on the water" dei Deep Purple a "I Giardini di marzo" di Battisti per finire a "38 Luglio" degli Squallor, io non suono ma svolgo le funzioni di consigliere e "Tecnico del suono" (ma non avevamo un mixer!!!) e posso sfogare tutta la mia voglia di esibizionismo declamando con voce squillante "38 Luglio", il pezzo viene così bene che decidiamo di fare anche "Ti ho conosciuta in un clubs" (la mia preferita), "Elena.... Troia.... Città mia" e "La marcia del K2" , quando alla fine di "Ti ho conosciuta in un clubs" urlo "Odite... sei una donna o sei un semaforo" c'era quasi sempre l'applauso.

"Odite... sei una donna o sei un semaforo!!" e notare che camicia psichedelika!!!

La serata (o le serate... forse erano due) non era proprio un concerto, ma una normale serata danzante su ballo a palchetto che seguiva sempre più o meno questa scaletta: si apre con il liscio, una bella mazurka, un paio di valzer e una polka, riposino, poi si alternano tre shake e tre lenti e una pausa fino alle undici e mezza circa, un ultima serie di lenti per permettere alle coppiette di farsi l'ultima limonata, poi twist, cha cha cha, magari un tango e l'immancabile trenino finale al ritmo di samba. A mezzanotte il complesso sulle note dell'ultimo pezzo dà la buona notte e fine delle danze.
Alla fine siamo tutti contenti ed eccitati per la riuscita della serata  e per festeggiare andiamo al bar Livio (un locale della zona sempre aperto sino a tarda ora). Ci andiamo con la 500 "Station Wagon" di Bruno alla velocita di 83 Km orari, durante il viaggio Bruno si ferma, scende e prende il tergicristallo nel gesto come di stringere la mano a qualcuno, poi risale e dice: "Gli ho fatto i complimenti perchè ha compiuto 100.000 Km"

Una mia foto di quel periodo con la Ibanez di Franco

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